Le separazioni e i divorzi non risparmiano nemmeno le istituzioni scolastiche che, in un modo o nell'altro, per ragioni emotive o burocratiche, si trovano a fare i conti con l'una o l'altra parte in conflitto. La scuola finisce al centro di due fuochi e l'alunno, a volte, ritrova la guerra anche in un contesto che per lui dovrebbe essere neutrale e sereno.
Le modalità con cui la scuola può tutelare il minore che affronta il disagio per l'evento separativo dei genitori possono essere dirette o indirette.
Quanto alle prime, gli esperti psicologi e pedagogisti sostengono che disegni, parole, scritti possano aiutare l'alunno ad esprimere emozioni attraverso anche il confronto fra pari, le riflessioni mediate dall'insegnante, così da rendere le paure, le delusioni, le speranze, le frustrazioni, la rabbia, più facilmente riconoscibili e sopportabili.
Quante alle modalità indirette, accade, tuttavia, che la scarsa circolarità delle informazioni relative alla vita scolastica del minore favorisca il monopolio esclusivo di un genitore, nonostante la circolare del MIUR n. 5336 del 2015, richiami l'attenzione ai principi di cogenitorialità e bigenitorialità enunciati nella legge 54/2006.
Entrambi i genitori hanno pari responsabilità genitoriale, che deve essere esercitata di comune accordo tenuto conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli, anche con riferimento alle decisioni relative all'educazione ed all'istruzione.
La funzione educativa deve tenere conto primariamente dell'interesse del minore, anziché delle aspettative dei genitori.
Può capitare che la scuola non sia sufficientemente preparata a trattare le questioni separative, con il rischio di commettere errori, che poi verranno strumentalmente utilizzate in giudizio, in danno di uno o dell'altro genitore.
La scuola va sostenuta, aiutata ed invitata a fare rete con gli altri operatori su tutte le questioni che riguardano i minori, anche e soprattutto in occasione del conflitto familiare e dell'evento separativo.
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